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La storia raccontata da Roberto Sanna in Joseph e Lia è profonda, intrigante, a tratti poetica e nel complesso estremamente inquietante dal momento che si tratta del resoconto fatto in prima persona dal protagonista, Joseph Keller, del suo internamento nel lager nazista di Mauthausen. Per tutta la durata del racconto è difficile pensare che non sia davvero Joseph a narrare la sua storia, eppure il libro è stato scritto in anni recenti, benché Joseph sia morto ormai da decenni e la sua voce, nel pensare comune, avrebbe dovuto essere spenta per sempre. Sulla vicenda non esistono documenti d'archivio o testimonianze, e se Roberto riesce a dare voce a Joseph è perché lui stesso è Joseph, o meglio lo è stato nella sua vita precedente, e nel corso di una serie di sedute di ipnosi regressiva ha ricordato vividamente e con estrema ricchezza di particolari la sua drammatica esperienza nel lager di Mauthausen.